mettersi al mondo


mettersi al mondo nasce nel 2025, un anno segnato dall’evoluzione:

strati del passato bussavano alla superficie, mentre il futuro apriva spiragli inattesi e il gusto del presente si faceva più intenso.

In questo “viaggio”, anche il mio lavoro si è trasformato, impregnato di cambiamenti interiori e di nuovi slanci creativi. È da questa soglia che prende forma il ciclo: un piccolo corpus che racconta l’istante in cui ci si lascia emergere.

Le opere che lo compongono — Homo faber fortunae suae, Morning Sun, e poi mi hai toccata e mettersi al mondo (opera che dà il nome all’intero ciclo) — sono autoritratti, ma non si limitano a restituire una somiglianza: esplorano modi diversi in cui la mia presenza entra nello spazio, si espone, si ritrae, chiede una distanza o un avvicinamento. Ogni lavoro abita un luogo differente della mia interiorità, dalla parte più visibile a quella che spesso resta protetta.

Homo faber fortunae suae, acquerello su carta A5, anno 2025.

La materia cambia, perché cambiano le necessità: Homo faber fortunae suae e Morning Sun sono acquerelli; mettersi al mondo è un olio su tela; e poi mi hai toccata è un’opera scultorea. Ciascuna forma creativa richiede anche posture diverse. Eppure, il filo che lega queste forme è la luce. La luce come desiderio di trovare un posto al calore del sole, come gesto di affermazione artistica e personale, come ricerca di un contatto.

In questo ciclo l’atto creativo coincide con l’atto di venire alla luce: un processo lento e necessario, in cui la pratica artistica diventa il luogo in cui mi riconosco.

Morning Sun, acquerello su carta 50X70, anno 2025.

Morning Sun, velatura dopo velatura, mi ha insegnato a resistere. Non è mia consuetudine adottare l’acquerello come medium su superfici maggiori dell’A3, qualcosa però continuava a dirmi che oltre all’esigenza pratica che avevo al tempo, dovevo assecondare un altro bisogno: allenarmi ad essere presente.

Il contesto accademico ha dato luogo a una serie di incontri, anche collaterali, con personalità artistiche e non, che hanno acceso in me il desiderio di definirmi, di conoscermi e di venire alla luce per ciò che sono davvero.

Tra questi incontri ce n’è stato uno del tutto inatteso: un uomo conosciuto per caso in metropolitana.  Una carezza al cuore, un desiderio di vita capace di generare mutamenti, che ho poi scoperto essere radicali e intrecciati con la mia prospettiva artistica.  La sua presenza si è manifestata il mio processo creativo portandomi il sorriso sulle labbra anche nelle criticità del processo creativo: è grazie a lui se sento custodita nell’opera e poi mi hai toccata una dimensione di beatitudine.  

A lui dedico una parte di questo ciclo, celebrando le ore trascorse insieme nel mio studio, il suo modo spiritoso e sincero di sostenermi in ciò che stavo diventando con tanta serenità.

mettersi al mondo , olio su tela 89×100, anno 2025

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